Inconsapevoli
e confusi, i più si avviano alla camera a gas.
Di
loro si sfrutteranno i beni, gli abiti e... i capelli.
Nell'immagine
si vede la lunga banchina del campo di Birkenau, sulla quale attendono
i passeggeri di un Nell'immagine
si vede la lunga banchina del campo di Birkenau, sulla quale attendono
i passeggeri di un nuovo convoglio di ebrei, appena sbarcati. Sono già
stati divisi in due file, in una gli uomini, nell'altra le donne e i bambini:
davanti a loro sostano alcuni ufficiali e militi delle SS, che si apprestano,
con apparente tranquillità da funzionari, a selezionare nei due
gruppi i pochi giudicati capaci di lavorare e quindi da inviare al campo
e gli inabili, in media l'80%, destinati a raggiungere immediatamente le
camere a gas. Dopo
un viaggio di giorni nei vagoni bestiame piombati, senza aver ricevuto
generi di conforto, queste persone scendono volentieri dal treno e accolgono
con sollievo la prospettiva di fare una doccia. Per questo accettano i
disagi prodotti dal freddo, l'obbligo di denudarsi prima di entrare nel
locale-doccia, gli sguardi indiscreti degli aguzzini: così si avviano
inconsapevoli alla morte, che li raggiungerà proprio nella doccia,
da cui sgorga non l'acqua ristoratrice, ma l'esalazione venefica del gas
Zyclon B. Pochi e drammatici i casi di ribellione (il caso delle donne
nell'ottobre 1943). I
bagagli e gli abiti dei deportati venivano raccolti dalle SS e immagazzinati,
per essere poi sfruttati a vantaggio dello stato o dei singoli che se ne
impossessavano furtivamente.