COLONIA: territorio distinto dalla madre Patria e ad essa assoggettato da vincoli militari, politici, giuridici ed economici.

La città non doveva essere  all'inizio completamente urbanizzata  all' interno delle mura, ma conteneva probabilmente una popolazione da valutare intorno ai 10000 abitanti (bisogna tener conto che una parte delle 6000 famiglie di coloni, cui potevano corrispondere 20000-25000 persone , si era stabilita nei fondi rustici dell'agro), che darebbero rispetto ai 38 ettari di superficie, una densità all'incirca di 250 abitanti a ettaro, comparabile  con città romano-italiche di dimensioni analoghe. Ariminum, come colonia di diritto latino, amministra autonomamente gli affari locali. I materiali di scavo ci dicono di una vivace attività economica, alimentata da rapporti commerciali con il bacino mediterraneo e con i centri dell'Italia umbro- laziale. Per quanto riguarda la produzione di ceramica, abbondantissimi i resti che sono stati trovati nell discariche di un'officina, scoperte nel sottosuolo in corrispondenza della piazzetta di S. Martino e del vicolo  Battaglini - e cioè ai margini dell'abitato romano- con fittili a vernice nera, databili fra l'inizio del 3 e la fine del 2 secolo. Importante l' importazione di maestranze specializzate destinate alla produzione di manufatti d'uso per il mercato locale.

Nel 90  A. C., proprio per i meriti di una più che secolare fedeltà a Roma, Ariminum consegue la cittadinanza romana e probabilmente in forza della Lex Julia è elevata al rango di primo municipio cispadano.

Ma una  riedificazione e ristrutturazione importante viene attuata da Augusto a partire dal 27 A.C., quando la città riceve il titolo di Colonia Augustea ed è oggetto di un ambizioso programma di costruzione di opere pubbliche.

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