STORIA e
PENSIERO
“Il
Nazismo”
Il termine
Nazionalsocialismo, più spesso abbreviato in "nazismo", designa la
dottrina politica che dava contenuto ideologico al National
Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP; Partito nazionalsocialista tedesco dei
lavoratori), improntando la sua azione e, in generale, tutta la politica
interna ed estera di Adolf Hitler
e del suo governo dal 1933 al 1945. I principi centrali della dottrina nazista,
per alcuni aspetti affine al fascismo italiano, erano ispirati alle teorie che
sostenevano una presunta superiorità biologica e culturale della razza ariana
formulate da Houston Stewart Chamberlain
e da Alfred Rosenberg; ma
il successo della formula politica in Germania fu dovuto anche alla sua
relazione di continuità con la tradizione nazionalista, militarista ed
espansionista prussiana, nonché al suo radicamento nella cultura irrazionalista
di inizio secolo.L'ascesa del movimento
nazionalsocialista trasse forte impulso dallo scontento diffuso fra i tedeschi
alla fine della prima guerra mondiale. Ritenuta la principale responsabile del
conflitto, la Germania dovette infatti accettare le pesantissime condizioni del
trattato di Versailles, a causa delle quali entrò in un periodo di depressione
economica, segnato da un'inarrestabile inflazione e da una vasta disoccupazione.Finanziata dagli ambienti militari, la formazione politica
guidata da Adolf Hitler
nacque nel 1920 in un paese prostrato dalla guerra e attraversato da violenti
conflitti politici e sociali. Parte dei militanti furono organizzati in una
specie di braccio armato, le SA (Sturmabteilungen,
"sezioni d'assalto"), organizzato da Ernst Röhm; le SA avevano il compito di intimidire con la
violenza gli avversari politici e i sindacalisti. Hitler
formulò un programma d'azione antidemocratico, imperniato sul nazionalismo e
sull'antisemitismo, e nel 1923 dotò il partito di un efficace strumento di
propaganda, il quotidiano " Völkischer Beobachter" (L'osservatore nazionale), e di un simbolo
ufficiale, una croce uncinata nera, inscritta in un cerchio bianco su campo
rosso: la svastica. Nello stesso anno intensificò la propaganda e le azioni
dimostrative contro il Partito comunista tedesco, tentando infine un colpo di
stato (il putsch di Monaco) per rovesciare il governo.
1- L’IDEOLOGIA NAZISTA
Il tentativo fallì e Hitler fu
condannato a cinque anni di carcere. Durante la detenzione, che in realtà durò
meno di un anno, scrisse la prima parte di Mein Kampf (La mia battaglia), l'opera in cui riassunse i
capisaldi dell'ideologia nazista, tracciando il suo progetto di conquista
dell'Europa. Le fonti intellettuali di Hitler erano
alquanto eterogenee e il nazionalsocialismo si presentava così più come un
conglomerato di idee dalle matrici più disparate che come un'ideologia organizzata
e strutturata. In Mein Kampf
le istanze nazionaliste e il progetto di una grande Germania che radunasse
tutte le genti di lingua tedesca trovavano una teorizzazione
che ben si inseriva nel clima causato dalla disfatta della guerra: Hitler propose infatti un piano di ampliamento del
territorio nazionale, giustificandolo con
la necessità di allargare il Lebensraum
("spazio vitale") per il popolo tedesco. Le altre nazioni dovevano
sottomettersi alla razza ariana, in virtù della sua conclamata superiorità,
destinata com'era a regnare sul mondo intero. Nemici degli ariani erano in
primo luogo gli ebrei, responsabili del disastro economico e della diffusione
delle ideologie marxiste e liberali.
Una volta rilasciato, Hitler riorganizzò il partito, creò il corpo armato delle
SS (Schutz-Staffeln, "squadre di difesa"),
diretto da Heinrich Himmler,
e l'ufficio di propaganda, che fu affidato a Joseph Goebbels. Nel 1929, l'anno della grande crisi seguita al
crollo di Wall Street, buona parte dei grandi
imprenditori tedeschi cominciarono a guardare con favore a Hitler
e al suo programma e ingenti somme di denaro presero ad affluire nelle casse
del partito nazista. Appoggiato anche dalle classi medie, dai piccoli
proprietari e dai disoccupati colpiti dalla grande depressione economica, il
partito nazista conquistò la maggioranza relativa nelle elezioni del 1932.Un anno dopo Hitler ottenne il
cancellierato e, sfruttando con abilità l'episodio dell' incendio del Reichstag, fece in modo che il presidente della Repubblica
decretasse lo stato di emergenza, affidandogli poteri straordinari. Alle
successive elezioni politiche il Partito nazionalsocialista ottenne una
schiacciante vittoria; a Hitler furono quindi assicurati i pieni poteri, che egli usò per
assorbire le competenze del parlamento ed eliminare con la violenza
l'opposizione. Il Partito nazionalsocialista divenne l'unica organizzazione
politica legale. Nel 1933, allo scopo di eliminare i dissidenti, venne
istituita la Geheime Staatspolizei
(Polizia segreta di stato), nota come Gestapo,
svincolata da ogni controllo legale e soggetta solo al proprio comandante, Himmler.Soppressi gli avversari politici e i diritti
costituzionali e civili, il regime affrontò la crisi occupazionale,
pianificando una ristrutturazione industriale e agricola dell'intero paese,
eludendo le restrizioni del trattato di Versailles, abolendo le cooperative e
ponendo le organizzazioni sindacali sotto il controllo dello stato. Grazie al
"nuovo ordine" la Germania hitleriana uscì dalla crisi: le sorti
dell'alta finanza e della grande industria nazionale furono risollevate e
gradualmente fu assorbita la disoccupazione; ma questo fu dovuto anche al
lavoro creato per la preparazione di una possente macchina da guerra, mentre veniva
inaugurata una politica estera estremamente aggressiva e brutale. Fu rimilitarizzata la Renania, si
formò l'Asse Roma-Berlino (1936) e l'Austria venne
annessa con uno spregiudicato colpo di mano (1938; Anschluss).
Infine, l'invasione della Polonia (1° settembre 1939) fu la scintilla che fece
scoppiare la seconda guerra mondiale. Nella prima fase del conflitto la
Germania sembrò avere la meglio; Hitler e i suoi
uomini diedero allora il via alla cosiddetta "soluzione finale",
organizzando la deportazione e l'eliminazione di milioni di ebrei, zingari,
omosessuali, malati mentali, oppositori politici ecc..
2- IL TERZO REICH
Il Terzo Reich rappresenta il
Regime nazista instaurato da Adolf Hitler in Germania nel 1933 e conclusosi nel 1945 con la
disfatta della Germania nella seconda guerra mondiale. Negli anni della
Repubblica di Weimar (1919-1933), il sistema
democratico subì i contraccolpi delle crisi internazionali e delle tensioni
interne, accentuate dall'elevata disoccupazione e dal peso delle riparazioni
imposte alla Germania con il trattato di Versailles dai paesi usciti vincitori
dalla prima guerra mondiale. I contrasti interni finirono col premiare il
Partito nazionalsocialista che, alle elezioni del 1932, con 230 deputati eletti
divenne il partito di maggioranza relativa. Dopo vari tentativi di formare un
governo, il 30 gennaio 1933 il presidente del Reich Von Hindenburg nominò Hitler cancelliere.Il nazismo,
salito al potere, avviò un rapido processo di trasformazione in senso
totalitario dello stato. Si allestirono campi di concentramento per
rinchiudervi gli oppositori e ridurli definitivamente al silenzio, quindi fu
preso a pretesto l'episodio dell'incendio del Reichstag,
avvenuto il 27 febbraio 1933, per introdurre ulteriori misure liberticide. Fu ordinata
la carcerazione dei dirigenti dei partiti democratici e la messa al bando dei
comunisti e di tutti i partiti, compresi quelli di destra che erano stati
fiancheggiatori di Hitler. A marzo Hitler esautorò il Parlamento e assunse i pieni poteri,
imponendo una dittatura personale, premessa per la totale identificazione tra
Stato e Partito nazista.Il Partito nazista, unico
partito autorizzato, doveva rappresentare il legame tra il capo (Führer) e le
masse, irregimentate nelle diverse organizzazioni
naziste, quali il Fronte del lavoro, che sostituiva i disciolti sindacati, e la
Gioventù hitleriana (Hitlerjugend).
Il corpo speciale delle SS,
inizialmente costituito come guardia del corpo a protezione di Hitler, e la polizia segreta (la Gestapo)
furono alcuni degli strumenti repressivi della dittatura totalitaria, sancita
formalmente nel 1934 quando Hitler proclamò la
nascita del Terzo Reich. Tale definizione
sottolineava il nesso con i due precedenti imperi tedeschi, il Sacro romano impero
di origine medievale durato fino al 1806 e l'impero istituito nel 1871 (Secondo
Reich). I nazisti imposero una politica culturale di
stampo totalitario attraverso il controllo sia dei mezzi di comunicazione di
massa sia della produzione intellettuale: Joseph Goebbels, ministro della Propaganda, si impegnò a mettere
al bando le voci del dissenso. Lo stato totalitario si cementò su una scelta
ideologica che esaltava il mito biologico della "razza ariana",
destinata alla supremazia su tutte le razze "inferiori", in
particolare sull'"antirazza", quella ebraica. La politica razzista fu
avviata nel 1935 con le leggi di Norimberga, che privarono gli ebrei dei
diritti civili, premessa per le successive persecuzioni fisiche, culminate
nell'olocausto.Il regime nazista si impose senza
particolari difficoltà: le opposizioni erano state annientate con provvedimenti
repressivi e l'apparato di controllo messo in atto da Hitler
risultò spietato e molto efficiente. Contò inoltre il sostanziale e diffuso
consenso espresso dalla società tedesca. La spiegazione di tale fenomeno chiama
in causa molteplici fattori, tra i quali la riscossa nazionale propugnata dai
nazisti e praticata con determinazione, che servì a compensare la psicologia
delle masse dalle umiliazioni conseguenti alla prima guerra mondiale; la
ripresa economica, sostenuta da un forte intervento dello Stato, che fece
calare vistosamente la disoccupazione; la capacità del nazismo di proporre miti
collettivi che si richiamavano alle tradizioni secolari della cultura tedesca;
l'uso sapiente dei nuovi mezzi della propaganda, quali la radio e il cinema,
nonché le spettacolari adunate di massa e l'esaltazione carismatica del Führer,
che contribuirono a cementare l'unione tra popolo tedesco e capi nazisti.In politica estera, il Terzo Reich
provvide a un generale riarmo della Germania, che comportava innanzitutto la
revisione degli equilibri europei, concepita come parte di un disegno di
espansione mondiale che prevedeva l'annientamento dell'Unione Sovietica e degli
Stati Uniti.Nel 1938 l'obiettivo tedesco di rivedere
i confini in Europa passò dalla proclamazione alla realizzazione, prima con
l'annessione dell'Austria (Anschluss), poi con
l'occupazione del territorio dei Sudeti, regione
della Cecoslovacchia con popolazione a maggioranza tedesca. Queste mosse
dichiaratamente aggressive furono l'elemento detonatore della seconda guerra
mondiale, che scoppiò nel settembre del 1939 con l'attacco tedesco alla
Polonia. La potenza del Terzo Reich, strettamente
legato alla dittatura nazista, raggiunse l'apogeo nel 1942, quando controllava
direttamente o indirettamente gran parte dell'Europa; ma entrò in crisi a
fronte delle controffensive dei sovietici e degli angloamericani
per scomparire infine nel 1945 con la sconfitta militare della Germania.
3- L’OLOCAUSTO
Olocausto (greco holókauston, composto di hólos,
"tutto, intero" e kaustós,
"bruciato": bruciato completamente), originariamente indicava il rito
religioso in cui l'offerta veniva distrutta dal fuoco. Seppure impropriamente
il termine è usato con specifico riferimento allo sterminio (in ebraico shoah) degli ebrei europei operato dalla Germania nazista.
Come conseguenza delle idee nazionaliste e razziste
proclamate da Hitler nel Mein
Kampf (1925), il regime nazista, sin dall'inizio,
adottò misure di discriminazione sistematica contro gli ebrei, formalizzate in
seguito nelle leggi di Norimberga (5 settembre 1935). Secondo l'ideologia
antisemita e razzista del regime, ebreo era chiunque risultasse avere tre o
quattro nonni osservanti della religione ebraica, indipendentemente dalla sua
effettiva partecipazione alla vita della comunità ebraica; mezzo-ebreo
era chi aveva due nonni osservanti o era sposato con un ebreo; chi aveva un
solo nonno ebreo veniva designato come mischlinge
(meticcio). Sia gli ebrei sia i mischlinge erano
non-ariani e come tali soggetti a leggi e direttive discriminatorie.
Dal 1933 al 1939 Partito
nazista, enti governativi, banche e imprese misero in atto un'azione comune
volta a emarginare gli ebrei dalla vita economica del paese. I non-ariani
vennero licenziati dalla pubblica amministrazione; gli avvocati e i medici
ebrei persero i clienti ariani; le ditte di proprietà ebraica furono liquidate
o acquisite da non-ebrei a un prezzo molto inferiore al valore reale; i ricavi
ottenuti dal trasferimento delle imprese dagli ebrei ai nuovi proprietari (la
cosiddetta "arianizzazione" dell'economia)
furono assoggettati a speciali tasse di proprietà; gli ebrei impiegati in ditte
liquidate o arianizzate persero il lavoro.
Obiettivo dichiarato del regime nazista prima della seconda
guerra mondiale era spingere gli ebrei all'emigrazione. Nella notte dell'8
novembre 1938, come rappresaglia all'assassinio a Parigi di un diplomatico
tedesco da parte di un giovane ebreo, in Germania furono incendiate tutte le
sinagoghe, infrante le vetrine dei negozi di proprietà ebraica e arrestate
migliaia di ebrei. La cosiddetta notte dei cristalli convinse molti ebrei
tedeschi e austriaci ad abbandonare il paese senza ulteriori indugi; centinaia
di migliaia di persone trovarono rifugio all'estero, ma altrettante si videro
costrette o scelsero di rimanere.Nel 1938 anche il re
d'Italia Vittorio Emanuele III ratificò leggi razziali antiebraiche, volute,
sul modello di quelle tedesche, dal governo fascista di Mussolini.
Ne conseguì un esodo, quantitativamente assai più modesto, di cittadini
italiani di origine ebraica e di quanti, come il fisico Enrico Fermi, avevano
un coniuge ebreo.
Allo scoppio della seconda
guerra mondiale (settembre 1939) l'esercito tedesco occupò la Polonia
occidentale, che contava tra gli abitanti due milioni di ebrei, i quali vennero
sottoposti a restrizioni ancor più severe di quelle vigenti in Germania. Furono
infatti costretti a trasferirsi in ghetti circondati da mura e filo spinato;
ogni ghetto aveva il proprio consiglio ebraico cui era demandata la
responsabilità degli alloggi (sovraffollati, con sei-sette
persone per stanza), della sanità e della produzione. Quanto era prodotto al
loro interno veniva scambiato con forniture di carbone e cibo (perlopiù grano e
verdure) in quantità sufficiente a raggiungere la razione ufficialmente
stabilita di 1200 calorie a persona.
Nel giugno del 1941, nelle
immediate retrovie delle armate tedesche impegnate nell'invasione dell'Unione
Sovietica, l'Ufficio centrale di sicurezza del Reich
inviò 3000 uomini organizzati in corpi speciali con il compito di individuare
ed eliminare sul posto la popolazione ebraica dei territori occupati. Questi Einsatzgruppen (squadre d'azione) compirono veri e propri massacri
nelle periferie delle città; la notizia si diffuse immediatamente in molte
capitali del mondo, ma fu rapidamente rimossa e non provocò alcuna iniziativa
da parte dei governi democratici.
A un mese dall'inizio delle operazioni in Unione Sovietica,
il numero due del Reich, Hermann
Göring, inviò una direttiva al capo dei servizi di
sicurezza, Reinhard Heydrich,
incaricandolo di organizzare una "soluzione finale" della questione
ebraica in tutta l'Europa controllata dalla Germania. A partire dal settembre
1941 gli ebrei tedeschi furono costretti a indossare fasce recanti una stella
gialla; nei mesi seguenti decine di migliaia di ebrei furono deportate nei
ghetti in Polonia e nelle città sovietiche occupate. Si realizzarono i primi
campi di concentramento (lager), strutture
concepite appositamente per eliminare le vittime deportate dai ghetti
vicini (300.000 dal solo ghetto di Varsavia). Bambini, vecchi e tutti gli
inabili al lavoro venivano condotti direttamente nelle camere a gas; gli altri
invece erano sfruttati per un certo periodo in officine private o interne ai
campi e poi eliminati.Il maggior numero di
deportazioni ebbe luogo nell'estate-autunno del 1942. Anche in questo caso,
voci riguardo a stermini di massa giunsero agli ambienti ebraici all'estero e
ai governi di Stati Uniti e Gran Bretagna. I casi di resistenza alle
deportazioni furono rarissimi. Nell'aprile del 1943 gli ultimi 65.000 ebrei di
Varsavia tentarono di opporsi alla polizia, entrata nel ghetto per la retata
finale, ma vennero massacrati nel corso degli scontri, protrattisi per tre
settimane.
In tutta Europa le
deportazioni crearono problemi di ordine politico, amministrativo e logistico.
Nella stessa Germania sorsero accese discussioni sulla sorte dei mischlinge, che furono infine risparmiati. In Slovacchia e
in Croazia vennero condotti veri e propri negoziati diplomatici riguardo alle
deportazioni, mentre il governo collaborazionista francese di Vichy emanò direttive antisemite ancor prima che vi fosse
una richiesta tedesca in tal senso. In Italia il governo fascista, che pure
aveva spontaneamente introdotto leggi "a difesa della razza", rifiutò
di collaborare con l'alleato nazista in questo campo, sino all'occupazione del
settembre 1943; analoga riluttanza mostrarono il governo ungherese e quello
rumeno, sino a quando ebbero un margine di autonomia (1944). Nella Danimarca
occupata, cittadini di ogni estrazione sociale si impegnarono per mettere in
salvo i concittadini ebrei, imbarcandoli verso la neutrale Svezia e
sottraendoli così alla morte.
I beni dei deportati (conti
bancari, proprietà immobiliari, mobili, oggetti personali) vennero
sistematicamente confiscati dal governo tedesco.
Il trasporto delle vittime nei campi di sterminio avveniva
generalmente in treno. La polizia pagava alle ferrovie di stato un biglietto di
sola andata di terza classe per ciascun deportato: se il carico superava le
1000 persone, veniva applicata una tariffa collettiva pari alla metà di quella
normale. I treni, composti da vagoni merci sprovvisti di tutto, persino di
buglioli e prese d'aria, viaggiavano lentamente verso la destinazione e molti
deportati morivano lungo il tragitto. Le destinazioni più tristemente famose,
fra le tante, furono Buchenwald, Dachau,
Bergen-Belsen, Flossenburg
(in Germania), Mauthausen (in Austria), Treblinka, Birkenau, Auschwitz (in Polonia). Quest'ultimo era il più grande tra
i campi di sterminio; vi trovò la morte oltre un milione di ebrei, molti dei
quali furono prima usati come cavie umane in esperimenti di ogni tipo. Per una
rapida eliminazione dei corpi, nel campo vennero costruiti grandi forni
crematori. Nel 1944 il campo fu fotografato da aerei da ricognizione alleati a
caccia di obiettivi industriali; i successivi bombardamenti eliminarono le
officine, ma non le camere a gas.
In Germania i nazisti, non appena si insediarono al potere,
il 30 gennaio 1933, istituirono i Konzentrazionslager
(o KZ), dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse
oppositori politici – comunisti, socialisti, "dissidenti religiosi",
testimoni di Geova, cattolici, protestanti dissidenti
– ed ebrei. Inoltre la polizia criminale, nota con il nome di Kripo, operò arresti preventivi di persone con precedenti
penali, di zingari, omosessuali, disabili, prostitute e di tutti coloro che a
vario titolo vennero considerati "asociali". I campi furono gestiti
dalle SS (Schutzstaffel o unità di protezione) con
una brutale e severissima disciplina militare.Nella
seconda metà degli anni Trenta campi di concentramento furono insediati a Dachau, Auschwitz-Birkenau, Sachsenhausen, Buchenwald, Flossenbürg, Mauthausen e Ravensbrück, che fu un campo esclusivamente femminile. Nel
1939 gli internati erano 25.000. Durante la seconda guerra mondiale vennero
costruiti molti altri campi, alcuni dei quali anche in Polonia e in Serbia,
dove finirono ebrei, prigionieri di guerra sovietici e partigiani. Gli
internati erano costretti ai lavori forzati e coloro che non resistevano
venivano eliminati. Molti prigionieri vennero impiegati come cavie in
sperimentazioni scientifiche e mediche. A partire dal 1942 in questi campi si
attuò la "soluzione finale", che aveva come scopo l'annientamento
delle opposizioni e delle "razze inferiori". Nei campi tedeschi
trovarono la morte circa 11 milioni di persone, di cui più di 6 milioni di
ebrei.
Al termine della guerra,
nell'olocausto avevano trovato la morte milioni di ebrei, slavi, zingari,
omosessuali, testimoni di Geova e comunisti; tra gli
ebrei le vittime ammontarono a più di sei milioni. Il ricordo delle vittime
ebree svolse un ruolo di primo piano nella formazione di un ampio consenso nel
dopoguerra attorno al progetto di costituire in Palestina uno stato ebraico che
potesse accogliere i sopravvissuti alla tragedia: il futuro stato di Israele.
4- GLI ORGANI NAZISTI
Le SA o Sturmabteilungen
rappresentavano l’organizzazione per la sicurezza del Partito nazista tedesco i
cui membri erano noti anche con il nome di "Camicie brune". Le SA
(sigla di Sturmabteilungen, distaccamenti d'assalto),
furono una creazione di Ernst Röhm,
che conobbe Adolf Hitler
nel gennaio del 1920 e si unì a lui durante il fallito putsch di Kapp del marzo dello stesso anno. Nel luglio del 1921 Röhm inaugurò l'unità di guardie del corpo del Partito
nazista, rinominata Sturmabteilung il 3 agosto del
1921. Nel 1923 le SA contavano 1150 membri istruiti da elementi di destra dell'esercito.Nell'aprile del 1925 Hitler
creò le SS come forza alternativa di sicurezza: Röhm,
per il quale il Führer non nutriva più alcuna fiducia, fu inviato in Bolivia
con un incarico diplomatico. Al comando delle SA fu posto Franz
Pfeffer von Salomon nel
novembre del 1926. Nel marzo del 1931 le SS soffocarono una ribellione contro Hitler guidata da membri delle SA di Berlino. Ripreso il
controllo delle SA, Röhm le utilizzò contro il
Partito comunista durante le campagne elettorali di luglio e novembre del
1932.A partire dalla fine di gennaio del 1933, quando il Partito nazista
divenne il gruppo maggioritario nel governo, i 50.000 membri delle SA, ora
designati come "polizia ausiliaria", perseguitarono ebrei, comunisti
e socialdemocratici, incendiarono intere biblioteche e influenzarono le
operazioni di voto durante le elezioni di marzo. Nel maggio, le SA, le SS e un
gruppo di veterani, lo Stahlhelm ("Elmo
d'acciaio"), iniziarono a operare per conto del ministero della Guerra.
Sia l'alto comando
dell'esercito sia i vertici delle SS, sotto il comando di Heinrich
Himmler, nutrivano ostilità nei confronti di Röhm, che voleva creare un "esercito di popolo",
e nel giugno del 1934 vennero diffuse voci su un piano di Röhm
per un colpo di stato. Nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio, in quella
che gli stessi nazisti chiamarono la notte dei lunghi coltelli, Röhm e molti ufficiali delle SA furono uccisi.Comandate da Viktor Lutze, le SA divennero un'organizzazione di veterani
controllata dalle SS, ed ebbe un ruolo attivo nella notte dei cristalli, la
violenta ondata di persecuzioni antiebraiche scatenata dai nazisti tra l'8 e il
9 novembre del 1938.
Le SS o Schutzstaffeln
erano il corpo paramilitare formatosi nel 1925 in collegamento con il partito
nazionalsocialista e comandato dal 1929 da Heinrich Himmler. Braccio armato del nazionalsocialismo, alle SS
(sigla di Schutz-Staffeln, squadre di protezione),
venivano affidate azioni squadristiche contro gli
avversari politici. Himmler ne curò anche il profilo
ideologico nella prospettiva di farne un corpo di élite nel quale si rispecchiassero
i tratti peculiari del nazismo. Dopo l'avvento di Hitler
al potere, le SS aumentarono le loro funzioni. Quando Hitler
decise di intervenire contro le SA, l'altro corpo armato fiancheggiatore del
nazismo, temute dai vertici militari a causa della loro propaganda a favore di
un esercito di popolo, affidò alle SS l'eliminazione dei vertici delle SA,
eseguita nella cosiddetta notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934). Alle SS
furono anche attribuiti compiti di polizia politica, che divennero preminenti quando
nel 1936 si procedette alla fusione tra il vecchio apparato poliziesco e le SS,
che in Germania misero in atto il regime di terrore che doveva portare alla
soppressione degli oppositori del Reich. Le SS ebbero
una parte fondamentale nello sterminio degli ebrei. La loro militarizzazione
divenne completa nel corso della guerra, allorché operarono anche come polizia
militare. Himmler creò al loro interno una sezione
speciale, le Waffen-SS, costituite da migliaia di
soldati, anche volontari, provenienti dai paesi europei occupati dai tedeschi,
perlopiù inviati sul fronte russo.
Gestapo ovvero l’acronimo dal tedesco di Geheime
Staatspolizei (Polizia segreta di stato), era la
polizia politica del regime nazista, attiva in Germania tra il 1933 e il 1945.
Fu creata da Hermann Göring,
uno dei luogotenenti di Adolf Hitler,
nell'aprile del 1933; il nucleo era costituito dalla sezione politica della
polizia della Repubblica di Weimar, della quale Göring estese i poteri abolendo le restrizioni costituzionali
che ne limitavano l'operato. Compito principale era di individuare ed eliminare
gli oppositori (veri o presunti) del nazionalsocialismo, procedendo a
esecuzioni sommarie e condannando i sospetti alle pene più severe, tra cui la
reclusione in campi di concentramento.Nell'aprile
1934 il rivale di Göring, Heinrich
Himmler, capo delle SS, assunse il controllo della Gestapo, primo passo di una carriera che lo avrebbe portato
al comando di tutte le forze di polizia tedesche entro il giugno del 1936.Nel 1936, con la creazione dell'Ufficio supremo per la
sicurezza del Reich (Reichssicherheitshauptamt),
controllato dalle SS, la Gestapo passò alle
dipendenze di Reinhard Heydrich.
Divenne uno degli strumenti principali dell'apparato di polizia del Terzo Reich, e, nei territori occupati, fu il simbolo del potere
nazista. In seguito assorbì anche i servizi di controspionaggio e le sezioni
incaricate dell'eliminazione degli ebrei. Alla fine della guerra, la Gestapo fu sciolta e dichiarata organizzazione criminale.
5- L’ESERCITO NAZISTA
Nome ufficiale
dell'esercito del Terzo Reich, come decretato da Adolf Hitler ai sensi della Wehrgesetz (Legge di difesa) del 21 maggio 1935.In base alle clausole militari del trattato di Versailles,
le forze armate della Repubblica di Weimar avevano
subito una drastica riduzione rispetto alle dimensioni delleforze
armate imperiali. L'esercito, o Reichswehr, era stato
limitato a 100.000 uomini, la coscrizione era stata abolita e alla Germania non
erano state concesse unità di carri armati e artiglieria pesante. Era inoltre stato
fatto divieto di costruire aeroplani o di addestrare piloti, eccetto che per
usi strettamente commerciali, ed erano state concesse solamente poche unità di
marina militare. Dopo anni di riarmo segreto, grazie anche all'assistenza russa
in seguito alla firma del trattato di Rapallo del 1922, questi provvedimenti
furono invalidati formalmente da Hitler nella prima
metà del 1935.Dopo la presa del potere, Hitler rese noti ai suoi capi militari i piani per un riarmo
su vasta scala in preparazione di una campagna a oriente. Fallita una serie di
negoziazioni per limitare il riarmo tedesco, Hermann Göring annunciò improvvisamente l'esistenza della Luftwaffe (forza aerea) il 9 marzo 1935. Alcuni giorni più
tardi, Hitler proclamò la reintroduzione della
coscrizione e l'intenzione di creare un esercito composto da 36 divisioni. Tre
mesi dopo la Gran Bretagna abrogò formalmente le clausole navali di Versailles,
concludendo l'accordo navale anglo-tedesco. In base alla Wehrgesetz,
il ministro della Guerra, generale Werner von Blomberg, divenne il
comandante in capo della nuova Wehrmacht. Nel
febbraio del 1938 Hitler lo costrinse a dimettersi,
epurò la Wehrmacht, eliminò qualsiasi oppositore del
regime, assunse la carica di ministro della Guerra e costituì un nuovo e più
fedele Alto comando (Oberkommand) dell'esercito. Ai
più alti vertici della Wehrmacht si ebbero nel corso
della seconda guerra mondiale episodi di fronda nei confronti del regime,
culminati nel fallito attentato a Hitler compiuto il
20 luglio 1944 da Claus Schenk
von Stauffenberg e da altri
alti ufficiali.
Nome dell'aviazione
militare tedesca durante il Terzo Reich; la Luftwaffe (arma aerea), fu organizzata in segreto da Hermann Göring a partire dal
1934, violando le clausole del trattato di Versailles che impedivano alla
Germania di dotarsi di aerei militari. Per sfuggire ai controlli internazionali
Göring camuffò la sua opera sotto le apparenze di
un'associazione aviatoria sportiva. La Luftwaffe divenne
operativa nella guerra civile spagnola, nel corso della quale effettuò
incursioni e bombardamenti, tra cui quello di Guernica.
Nella seconda guerra mondiale fu impegnata in operazioni cruciali, come la
battaglia d'Inghilterra tra il 1940 e il 1941.