IL FILM
1947. L'eccentrico John
Forbes Nash vince una borsa
di studio per la specializzazione post lauream in
Matematica, presso la prestigiosa Università di
Princeton. Lo studente, invece di seguire le lezioni come tutti i suoi
colleghi, è più interessato ad elaborare, solitario, un'idea originale, che lo contraddistingua come un genio agli occhi della comunità.
Una notte, per caso in un bar, John si ritrova ad
elaborare "la teoria dei giochi", uno studio rivoluzionario sul
comportamento degli individui, destinato a rendere obsolete le teorie di Adam Smith, padre dell'economia
moderna. Nash acquista la notorietà ed il rispetto di
tutti i suoi colleghi, nonché un prestigioso lavoro
presso il MIT, istituto di ricerca collegato al Pentagono. Qui incontra Alicia,
brillante studentessa di fisica, della quale s'innamora, ricambiato, e che
diventerà sua moglie. Siamo in piena guerra fredda e l'esercito decide di
servirsi del genio di Nash
per scopi militari. Il matematico accetta,
ritrovandosi coinvolto in un rischioso progetto di spionaggio. Ossessionato dal nuovo lavoro, Nash si
ammala di schizofrenia paranoide, una malattia
mentale dalla quale nessuno è mai guarito. Ma
l'amore della sua compagna lo aiuterà a ritrovarsi, tant'è
che, nel 1994, Nash vincerà addirittura il Premio
Nobel per la sua teoria dei giochi.
Sembra
una storia hollywoodiana, costruita a tavolino per commuovere critica e pubblico, eppure la vita di John
Nash è una storia vera. Infatti
la sceneggiatura di Akiva Goldsman
(quello di "Batman Forever"
e "Batman e Robin"!)
s'ispira alla biografia di Sylvia Nasar "Il
genio dei numeri. Storia di
John Nash,
matematico e folle", pubblicata in Italia da Rizzoli. Pur omettendo
alcuni passaggi della vita del matematico (come ad esempio la sua omosessualità),
il copione è abbastanza fedele nel descrivere la vita di quest'uomo
eccezionale. Ron Howard
("Apollo 13" e "Ransom") dirige
come di consueto in maniera classica, senza particolari invenzioni plastiche ma
con un ritmo incalzante, sopratutto nella prima parte del film. Altro merito
del regista è quello di avere illustrato una malattia così complessa come la
schizofrenia adottando una messa in scena semplice ma
efficace.
Tuttavia
se A Beautiful Mind emoziona e commuove lo deve
sopratutto all'interpretazione di Russel Crowe che, dopo "Insider" e "Il Gladiatore", si conferma
attore versatile e camaleontico, capace di infondere tenerezza e fragilità al
personaggio, caratteristiche opposte a quelle del generale Maximus
del film di Scott. Gli tiene testa una dolce ma
determinata Jennifer Connelly
nei panni della moglie ed un inquietante Ed Harris
nel ruolo di un ambiguo agente governativo.
Ron Howard
Impossibile non associare Ron Howard al personaggio che ha
interpretato per tanti anni e che è entrato nelle case di tutto il mondo,
ovvero il celebre Ricky Cunningham
di "Happy Days".Che
il cinema fosse nel suo DNA era logico dato che anche i suoi genitori erano due
attori; così il piccolo Ron (nato a Duncan in Oklahoma il 1° marzo del 1954) fece la sua prima
comparsa in un film quando aveva appena diciotto mesi.Come
attore non ha recitato in film particolarmente importanti se escludiamo
"American Graffiti" di Lucas e "Il
Pistolero" di Siegel ma diventa il mito di una
generazione con la serie tv "Happy Days"
girata tra il '74 e il 1980 e che in effetti diventa
per lui una sorta di miniera d'oro.Ma
il suo sogno fin da quando aveva 15 anni è sempre stato quello di girare un
film, sogno poi realizzato nel 1977 con "Attenti a Quella Pazza Rolls Royce".Il giovane Ron dimostra di saperci fare in due film successivi,
"Splash - Una Sirena a Manhattan" e "Cocoon", levandosi così l'etichetta di "quello
che faceva Ricki Cunningham".Negli
anni '90 poi è riuscito a confermare tutto il suo talento, prima in film
brillanti come "Cuori Ribelli" con la coppia di un tempo Tom Cruise e Nicole
Kidman, poi con "Apollo 13", "Ransom", "Edtv" e
infine "Il Grinch" con un irriconoscibile
Jim Carrey.Sposato dal '75 con Cheryl
e padre di 4 figli, ormai è uno dei registi più apprezzati in circolazione. Ha vinto
il suo primo oscar con A BEAUTIFUL MIND. .