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I TRATTATI DELLA COMUNITA' EUROPEA
DAL 1950 AD OGGI. DALLA DICHIARAZIONE SCHUMAN ALLA COSTITUZIONE EUROPEA

Il processo di integrazione europea trove le sue origini nei trattati degli anni '50:


Il Trattato di Lisbona

 

Il "Trattato di Lisbona" (noto anche come "Trattato di riforma") è il trattato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata nei referendum francese e olandese del 2005.

L'intesa arriva dopo due anni del "periodo di riflessione" ed è stata preceduta dalla Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, in cui il cancelliere tedesco Angela Merkel e l'ex premier italiano Romano Prodi esprimevano la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009, anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.

Nello stesso periodo nasce il cosiddetto "Gruppo Amato" (formato da politici europei), ufficialmente chiamato "Comitato d'azione per la democrazia europea" (Action Committee for European Democracy, ACED) supportato dalla Commissione europea che ha inviato due suoi rappresentanti alle riunioni. Il gruppo ha avuto il mandato (non ufficiale) di prospettare una riscrittura della Costituzione basata sui criteri che erano emersi durante le consultazioni della Presidenza tedesca con le cancellerie europee. Il risultato è stato presentato il 4 giugno 2007: il nuovo testo presenta in 70 articoli e 12.800 parole circa le stesse innovazioni della Costituzione che aveva 448 articoli e 63.000 parole diventando un punto di riferimento per i negoziati.

Il Consiglio Europeo di Bruxelles, sotto la presidenza tedesca, il 23 giugno 2007 raggiunse l'accordo sul nuovo Trattato di riforma.

- CONTENUTI:

L'accordo recepisce gran parte delle innovazioni contenute nella Costituzione europea. Rispetto a quel testo, queste sono le modifiche approvate a Bruxelles:

Non esisterà un solo trattato (come la Costituzione europea), ma saranno riformati i vecchi trattati. Il Trattato di riforma modificherà quindi il Trattato sull'Unione europea (TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Il primo manterrà il suo titolo attuale mentre il secondo sarà denominato Trattato sul funzionamento dell'Unione. Ad essi vanno aggiunti la Carta dei diritti fondamentali e il Trattato Euratom (quest'ultimo non era stato integrato nella costituzione).

È stato tolto ogni riferimento esplicito alla natura costituzionale nel testo: sono stati eliminati i simboli europei e si è ritornati alla vecchia nomenclatura per gli atti dell'UE: tornano "regolamenti" e "direttive" al posto delle "leggi europee" e "leggi quadro europee".

Il "Ministro degli Esteri" europeo tornerà a chiamarsi "Alto rappresentante per la politica estera e sicurezza comune", benché con i poteri rafforzati indicati in costituzione: sarà anche vicepresidente della Commissione.

Vengono meglio delimitate le competenze dell'UE e degli stati membri, esplicitando che il "travaso di sovranità" può avvenire sia in un senso (dai paesi all'UE, come è sempre avvenuto) che nell'altro (dall'UE ai paesi).

Il nuovo metodo decisionale della "doppia maggioranza" entrerà in vigore nel 2014 e a pieno regime, nel 2017.

Aumentano i poteri dei Parlamenti nazionali che hanno più tempo per esaminare le leggi comunitarie e rimandare alla Commissione

La Carta dei diritti fondamentali non è integrata nel trattato, ma vi è un riferimento ad essa. Il Regno unito ha ottenuto una "clausola di esclusione" per non applicarla sul suo territorio al fine di preservare la common law, lo stesso è stato concesso alla Polonia, tuttavia, con l'elezione a premier di Donald Tusk quest'ultimo si è impegnato a non far valere l'opt-out ottenuto.

Il Regno Unito e l'Irlanda hanno ottenuto un meccanismo per essere esentati da decisioni a maggioranza nel settore "Giustizia e affari interni".

Viene specificato che la PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune) ha un carattere specifico all'interno dell'UE e che non può pregiudicare la politica estera e la rappresentanza presso le istituzioni internazionali degli stati membri.

La concorrenza non è più ritenuta un obiettivo fondamentale dell'Unione, ma viene citata in un protocollo aggiuntivo.

Viene introdotta l'energia nella clausola di solidarietà con cui gli stati membri si impegnano a sostenere gli altri in caso di necessità.

Viene specificata la necessità di combattere i cambiamenti climatici nei provvedimenti a livello internazionale.

Viene introdotta la possibilità di recedere dall'UE (fino ad oggi vi si poteva solo aderire).

- LA TRATTATIVA:

Essenzialmente tre sono stati i paesi con cui si è trattato più a lungo per un accordo: Polonia, Regno Unito e Francia. I punti controversi sul tavolo negoziale erano i seguenti:

 

Un accordo tra Varsavia e la Presidente tedesca Merkel, che prevedeva l'entrata in vigore della maggioranza qualificata solo nel 2014, è stato dapprima accettato e poi respinto dalla Polonia. A questo punto, sotto la pressione dell'Italia, il cancelliere Merkel aveva proposto di indire una nuova Conferenza intergovernativa senza includere la Polonia, che di fatto sarebbe rimasta fuori dal nuovo trattato.

- L'ITER DI RATIFICA:

L'Ungheria è stato il primo paese a ratificare il trattato di Lisbona, il 17 dicembre, a soli quattro giorni dalla firma dello stesso.

Si prevede che il trattato venga ratificato dagli altri stati nel corso del 2008.

Solo l'Irlanda ha dichiarato di voler effettuare un referendum confermativo, mentre i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca e la Danimarca hanno deciso di non tenere un nuovo referendum: si prevede quindi di riuscire a far entrare in vigore il Trattato il 1 gennaio 2009, prima delle elezioni europee di giugno.

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