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I
TRATTATI DELLA COMUNITA' EUROPEA
DAL
1950 AD OGGI. DALLA DICHIARAZIONE SCHUMAN ALLA COSTITUZIONE EUROPEA
Il processo di integrazione europea trove le sue origini nei trattati degli anni '50:
Il
9
maggio 1950 venne approvata la Dichiarazione Schuman.
Questa dichiarazione propose di creare una forma di amministrazione
comune nella produzione carbo-siderurgica nel quadro di
un'organizzazione aperta ad altri paesi europei, essendo
stata una delle cause della I° e della II° guerra
mondiale. Lo scopo principale di questa collaborazione era quello di
salvaguardare la pace tra gli stati europei, evitando ulteriori
conflitti.
Il
18 aprile 1951 venne istituita
la Comunità
Europea del Carbone e dell'Acciaio (C.E.C.A.)
tra Francia, Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Lo
scopo principale era quella di creare un mercato comune nel settore
carbo-siderurgico. Con la CECA, per la prima volta, un settore
importante dell'economia veniva sottoposto al controllo di un ente
sovrannazionale.
Nel
1952 venne firmato a Parigi dai sei
membri della CECA il Trattato
per la Comunità Europea di Difesa (C.E.D.). In
piena guerra fredda appare
urgente la necessità di una integrazione nel campo della
difesa e della politica in generale. Il trattato non ottiene le
ratifiche necessarie, poichè la Francia votò
contro: l'aspetto politico-militare dell'intgrazione europea viene
quindi messo da parte e ci si orienta verso un rafforzameno
dell'unità economica tra i sei paesi.
Il 25
marzo 1957 vennero
firmati a Roma due Trattati istitutivi:
1. Comunità europea dell'Energia Atomica (C.E.E.A o Euratom), che aveva lo scopo di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all'energia nucleare e assicurare un uso pacifico della stessa;
2. Comunità Economica Europea (C.E.E), che aveva l'obiettivo di assicurare la libera circolazione delle merci fra gli stati mebri, l'eliminazione delle barriere doganali e la creazione di una cintura doganale esterna unica.
Questi trattati entrarono in vigore, dopo la ratifica, il 1° gennaio 1958.
Nel
1986
venne istituito un ulteriore trattato, l' Atto
Unico Europeo che
consiste nella libera circolazone delle persone e dei capitali e nello
spostamento delle competenze dai singoli stati alla
Comunità. Con l'approvazione di questo atto la
Comunità Europea, che sino ad allora aveva operato nei
limiti dell'integrazione economica, comincia a porsi l'obiettivo
dell'integrazione sociale (Europa sociale), poiché, grazie a
questa, si sarebbe riuscito a garantire l'equilibrio fra i vari paesi,
assicurando quelle condizioni di concorrenza che sono forse il cardine
fondamentale della Comunità.
Nel
1992 ci fu la realizzazione del Trattato
di Maastricht
che prevedeva:
1. La creazione dell' Unione Europea riunendo al suo interno la Ceca, l'Euratom e la Cee;
2.L'istituzione della cittadinanza europea;
3. L'unificazione monetaria;
4. L'ampliamento dei settori di competenza comunitaria.
Nel 1998 venne siglato il Trattato di Amsterdam
in materia di :
1. Politica estera e sicurezza comune;
2. Cooperazine tra magistrature e polizie.
Nel 2000 con il Trattato di Nizza
venne accolta la richiesta di adesione di 12 paesi, venne sottoscritta
la Carta dei Diritti Fondamentali del Cittadino Europeo e venne
affidato ad una Convenzione il mandato di predisporre progetto di una
Costituzione Europea.
Il Trattato di Lisbona
Il "Trattato di Lisbona" (noto anche come "Trattato di riforma") è il trattato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata nei referendum francese e olandese del 2005.
L'intesa arriva dopo due anni del "periodo di riflessione" ed è stata preceduta dalla Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, in cui il cancelliere tedesco Angela Merkel e l'ex premier italiano Romano Prodi esprimevano la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009, anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.
Nello stesso periodo nasce il cosiddetto "Gruppo Amato" (formato da politici europei), ufficialmente chiamato "Comitato d'azione per la democrazia europea" (Action Committee for European Democracy, ACED) supportato dalla Commissione europea che ha inviato due suoi rappresentanti alle riunioni. Il gruppo ha avuto il mandato (non ufficiale) di prospettare una riscrittura della Costituzione basata sui criteri che erano emersi durante le consultazioni della Presidenza tedesca con le cancellerie europee. Il risultato è stato presentato il 4 giugno 2007: il nuovo testo presenta in 70 articoli e 12.800 parole circa le stesse innovazioni della Costituzione che aveva 448 articoli e 63.000 parole diventando un punto di riferimento per i negoziati.
Il Consiglio Europeo di Bruxelles, sotto la presidenza tedesca, il 23 giugno 2007 raggiunse l'accordo sul nuovo Trattato di riforma.
- CONTENUTI:
L'accordo recepisce gran parte delle innovazioni contenute nella Costituzione europea. Rispetto a quel testo, queste sono le modifiche approvate a Bruxelles:
Non esisterà un solo trattato (come la Costituzione europea), ma saranno riformati i vecchi trattati. Il Trattato di riforma modificherà quindi il Trattato sull'Unione europea (TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Il primo manterrà il suo titolo attuale mentre il secondo sarà denominato Trattato sul funzionamento dell'Unione. Ad essi vanno aggiunti la Carta dei diritti fondamentali e il Trattato Euratom (quest'ultimo non era stato integrato nella costituzione).
È stato tolto ogni riferimento esplicito alla natura costituzionale nel testo: sono stati eliminati i simboli europei e si è ritornati alla vecchia nomenclatura per gli atti dell'UE: tornano "regolamenti" e "direttive" al posto delle "leggi europee" e "leggi quadro europee".
Il "Ministro degli Esteri" europeo tornerà a chiamarsi "Alto rappresentante per la politica estera e sicurezza comune", benché con i poteri rafforzati indicati in costituzione: sarà anche vicepresidente della Commissione.
Vengono meglio delimitate le competenze dell'UE e degli stati membri, esplicitando che il "travaso di sovranità" può avvenire sia in un senso (dai paesi all'UE, come è sempre avvenuto) che nell'altro (dall'UE ai paesi).
Il nuovo metodo decisionale della "doppia maggioranza" entrerà in vigore nel 2014 e a pieno regime, nel 2017.
Aumentano i poteri dei Parlamenti nazionali che hanno più tempo per esaminare le leggi comunitarie e rimandare alla Commissione
La Carta dei diritti fondamentali non è integrata nel trattato, ma vi è un riferimento ad essa. Il Regno unito ha ottenuto una "clausola di esclusione" per non applicarla sul suo territorio al fine di preservare la common law, lo stesso è stato concesso alla Polonia, tuttavia, con l'elezione a premier di Donald Tusk quest'ultimo si è impegnato a non far valere l'opt-out ottenuto.
Il Regno Unito e l'Irlanda hanno ottenuto un meccanismo per essere esentati da decisioni a maggioranza nel settore "Giustizia e affari interni".
Viene specificato che la PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune) ha un carattere specifico all'interno dell'UE e che non può pregiudicare la politica estera e la rappresentanza presso le istituzioni internazionali degli stati membri.
La concorrenza non è più ritenuta un obiettivo fondamentale dell'Unione, ma viene citata in un protocollo aggiuntivo.
Viene introdotta l'energia nella clausola di solidarietà con cui gli stati membri si impegnano a sostenere gli altri in caso di necessità.
Viene specificata la necessità di combattere i cambiamenti climatici nei provvedimenti a livello internazionale.
Viene introdotta la possibilità di recedere dall'UE (fino ad oggi vi si poteva solo aderire).
- LA TRATTATIVA:
Essenzialmente tre sono stati i paesi con cui si è trattato più a lungo per un accordo: Polonia, Regno Unito e Francia. I punti controversi sul tavolo negoziale erano i seguenti:
Un accordo tra Varsavia e la Presidente tedesca Merkel, che prevedeva l'entrata in vigore della maggioranza qualificata solo nel 2014, è stato dapprima accettato e poi respinto dalla Polonia. A questo punto, sotto la pressione dell'Italia, il cancelliere Merkel aveva proposto di indire una nuova Conferenza intergovernativa senza includere la Polonia, che di fatto sarebbe rimasta fuori dal nuovo trattato.
- L'ITER DI RATIFICA:
L'Ungheria è stato il primo paese a ratificare il trattato di Lisbona, il 17 dicembre, a soli quattro giorni dalla firma dello stesso.
Si prevede che il trattato venga ratificato dagli altri stati nel corso del 2008.
Solo l'Irlanda ha dichiarato di voler effettuare un referendum confermativo, mentre i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca e la Danimarca hanno deciso di non tenere un nuovo referendum: si prevede quindi di riuscire a far entrare in vigore il Trattato il 1 gennaio 2009, prima delle elezioni europee di giugno.