Figlio di un fabbro di
tradizione anarchica e di una maestra elementare. Nel 1901 consegue l'abilitazione
all'insegnamento elementare e l'anno dopo si reca in Svizzera dove svolge
un’intensa attività di propaganda tra gli emigrati italiani. Nel
1909 è a
Trento, dove assume la
direzione dell'“Avvenire del lavoratore”, ma viene subito espulso dalle
autorità austriache. Tornato a Forlì, acquista una
certa notorietà come giornalista alla direzione del periodico “La
lotta di classe” e come dirigente del partito socialista di cui è
segretario della federazione provinciale. Nel 1912 inizia la sua rapida
ascesa: nel luglio, al XIII congresso socialista di Reggio Emilia, guida
la corrente rivoluzionaria contro i riformisti di destra e viene eletto
nella Direzione del partito; alla fine dell'anno diventa direttore dell'“Avanti!”.
Allo scoppio della prima guerra mondiale si trova su posizioni interventiste
ed entra in conflitto con il partito. Nell’ottobre del 1914 viene estromesso
dalla direzione del quotidiano socialista e il mese successivo, dopo la
fondazione del quotidiano “Il Popolo d'Italia”, viene espulso dal partito.
Nel settembre del 1915 si arruola volontario e combatte sul fronte fino
a che, nel febbraio del 1917, viene ferito dallo scoppio di una bomba.
Nel dopoguerra crea i Fasci di combattimento e si presenta alle elezioni
politiche dell'ottobre 1919 riportando una sonora sconfitta. È più
fortunato nel 1921 quando viene eletto alla Camera dei deputati: da qui
tesse la rete di violenze e di alleanze che portano alla marcia su Roma
del 28 ottobre1922. Divenuto presidente del Consiglio costruisce il suo
regime dittatoriale che guida fino al luglio del 1943, quando viene sconfessato
dal Gran consiglio del fascismo e arrestato. Liberato dai paracadutisti
tedeschi, nel settembre del 1943 riprende, sotto la protezione degli occupanti
germanici, l'effimero comando della Repubblica di Salò. Il
28 aprile 1945, mentre tenta la fuga, viene catturato dai partigiani e
fucilato a Giulino di Mezzegra (Como).