IL CONIGLIO IN PORCHETTA

(un tipo di cucina dell'entroterra)

Da solo o in compagnia delle altre carni al forno e alla griglia che compongono il cosiddetto "Arrosto Misto", il coniglio in porchetta è nel menù di quasi tutti i ristoranti dell'entroterra riminese. Se preparato come si deve, è un piatto saporito e profumato che ha estimatori altrettanto numerosi che entusiasti.

Che cosa si intende innanzitutto per coniglio in porchetta? Il coniglio cucinato con gli ingredienti e le tecniche della porchetta di maiale. Si farcisce l'interno con un trito di lardo, sale, pepe, aglio e barbe di finocchio selvatico, si stecca coi rametti di questa pianta odorosa, se ne spalma la superficie con lo strutto o col lardo e si cuoce al forno. La carne dovrà risultare tenera dentro e croccante e ben caramellata fuori. Questa è la preparazione canonica, ma si conoscono numerose varianti. C'è chi il coniglio lo cuoce al tegame. Chi lo bagna col vino. Chi lo disossa. Il solo punto fermo è l'intenso aroma di finocchio selvatico. Rigorosamente fresco. Se si vuole apprezzare tutta la fragranza del coniglio in porchetta, bisogna quindi gustarlo d'estate, da giugno alla fine  d'agosto.

L'area tipica del coniglio in porchetta si riduce al cesenate, al riminese, al pesarese e all'urbinate.

Dentro quest'area c'è poi la zona "d.o.c", quella dove lo si cucina veramente a regola d'arte, e cioè la Valle del Marecchia, da Santarcangelo fino a Pennabili e oltre.

Al "Roxy Bar" non abbiamo mangiato il coniglio in porchetta, ma abbiamo potuto gustare gli strozzapreti e la piada romagnola.

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