Mussolini giovane
Lo scoppio della prima guerra mondiale provocò un radicale cambiamento di posizioni politiche in Benito Mussolini, fino ad allora dirigente socialista e, dal 1912, addirittura direttore de l'Avanti!. Dopo un'iniziale adesione alla linea di neutralismo del partito, Mussolini divenne interventista e allora il 20 ottobre del 1914 si dimise dalla direzione del giornale. In novembre realizzò un suo quotidiano, "Il popolo d'Italia", ultranazionalista, radicalmente schierato su posizioni interventiste a fianco dell'Intesa. Espulso immediatamente dal Psi, qualche anno dopo, nel '18, ruppe anche gli ultimi legami ideologici con l'originaria matrice socialista, in nome di un superamento dei tradizionali antagonismi di classe. Finita la guerra, fondò i fasci di combattimento a Milano, il 23 marzo del 1919. Il movimento non ebbe inizialmente successo. Tuttavia, man mano che la situazione italiana si andava deteriorando e il fascismo si caratterizzava come forza organizzata in funzione antisocialista e antisindacale, ottenne crescenti adesioni e favori da agrari e industriali e quindi dai ceti medi. Divenuto deputato al Parlamento con le elezioni del 1921, Mussolini si avvicinò maggiormente alla monarchia (mentre il suo programma originario era di fedeltà agli ideali repubblicani) con il discorso di Udine (20 settembre 1922). Un mese dopo, organizzò la marcia su Roma, che doveva portarlo alla carica di presidente del Consiglio (31 ottobre 1922).
Il manifesto dei fasci di combattimento (1919) - Programma di San Sepolcro
Italiani!
Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché
antidogmatico; fortemente innovatore perché antipregiudizievole.
Per il problema politico:
Noi vogliamo:
a) Suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale,
voto ed eleggibilità per le donne.
b) II minimo di età per gli elettori abbassato ai I 8 anni; quello per i deputati
abbassato ai 25 anni.
c) L'abolizione del Senato.
d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo
compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti,
dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o
di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con
poteri di Ministro.
Per il problema sociale:
Noi vogliamo:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavori la
giornata legale di otto ore di lavoro.
b) I minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico
dell'industria.
d) L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e
tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e
sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
Per il problema militare:
Noi vogliamo:
a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito
esclusivamente difensivo.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della
civiltà, la Nazione italiana nel mondo.
Per il problema finanziario:
Noi vogliamo:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la
forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le
mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di
pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell' 85% dei
profitti di guerra.
(«II popolo d'Italia», 6 giugno 1919)