storia |
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La marcia su Roma
(1922)
Il fascismo
conquistò il potere nel 1922, con la marcia su Roma. Dopo il delitto
Matteotti, tra il '25 e il '26 Benito Mussolini sciolse i partiti e
i sindacati e soppresse le libertà democratiche. La dittatura
fascista durò un ventennio, fino al luglio del '43. La società,
l'informazione, la scuola vennero fascistizzate; gli oppositori
furono picchiati, incarcerati, inviati al confino o costretti
all'esilio; nel '38 furono anche promulgate le leggi razziali, che
privarono gli ebrei dei diritti civili. L'inizio della fine
per il regime fascista fu il patto d'acciaio con Hitler e,
successivamente, l'ingresso dell'Italia in guerra al fianco dei
nazisti (1940). Tra gli italiani crebbe fortissimo il dissenso nei
confronti di Mussolini, che prima era limitato a una minoranza.
Caduto il fascismo, dopo l'armistizio del settembre '43 ci fu
l'appendice della Repubblica Sociale. Il governo repubblicano divise
in due l'Italia, condivise la politica tedesca di deportazioni degli
ebrei e degli oppositori politici e trascinò i "ragazzi di Salò"
alla guerra civile con i partigiani che lottavano per il ritorno
alla libertà e contro l'invasore germanico. L'incubo finì solo con
la liberazione delle città del nord, nell'aprile 1945. La nuova
costituzione repubblicana del '48 stabilì il divieto di
ricostituzione del partito fascista.
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![](rommel.jpg)
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