L’invenzione della bomba
atomica fu una vicenda straordinaria sotto molti aspetti, in primo luogo
per la rapidità con la quale, sotto l’impulso delle circostanze
eccezionali della guerra, venne portata a termine; per il numero e la qualità
degli scienziati di ogni paese che abbandonarono le aule e i laboratori
universitari per dedicarsi alla realizzazione della più terribile
arma di distruzione di massa mai concepita; per le conseguenze che la terribile
esplosione di Hiroshima
ebbe, nei decenni seguenti, sulla politica internazionale, segnando l’inizio
di un’epoca, quella della “guerra fredda” e della “dissuasione nucleare”.
Questa scoperta investì
aspetti scientifici, tecnici, politici e militari, dalle prime discussioni
accademiche sulla possibilità di liberare l’energia racchiusa nel
nucleo atomico al Progetto Manhattan, con la realizzazione concreta di
Fat Man e di Little Boy, come vennero battezzate le due prime bombe destinate
a sferrare il colpo decisivo sul Giappone.
Ci lavorò uno
straordinario gruppo di scienziati, che raccoglieva – sotto la benedizione
di Einstein – molti dei grandi nomi della
fisica del nostro secolo: Szilard, Teller, Bohr, Oppenheimer, Fermi, von
Neumann…
Fondamentale fu il coinvolgimento
dei militari: il generale Groves, che con Oppenheimer coordinò una
vera e propria industria della ricerca, che impegnava milioni di dollari
e migliaia di uomini su un unico rischioso obiettivo; il generale Eisenhower,
capo di stato maggiore dell’esercito americano, contrario all’uso della
bomba; o, infine, il colonnello Tibbets, che avrebbe comandato gli aerei
diretti a Hiroshima.
Infine va sottolineato
il ruolo e la valutazione dei politici, primo tra tutti il presidente Roosevelt,
che diedero il via al Progetto
Manhattan e decisero di utilizzare la bomba.
Certamente tutti questi
personaggi di grande levatura intellettuale, nonostante le diverse convinzioni
politiche e le umane debolezze (ambizione, ecc.), si saranno posti il grande
interrogativo etico che la realizzazione di un’arma così terribile
pose al mondo scientifico: può la scienza essere messa al servizio
della distruzione di vite umane?