una tesina di M. Bortolotti
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Picasso
subì una fascinazione inesauribile per la figura doppia ed enigmatica di
Arlecchino, metà demiurgo creatore, metà diavolo distruttore. L'artista, che
E' proprio qui che ritorna il concetto di maschera, non più come ruolo che si assume per gli altri nella relatività delle esistenze, non più come una tensione a mutare per difesa. Non ancora ci sono sentimenti cubisti in Picasso, ma il ruolo della maschera tradizionale, il valore e la carica simbolica dell'apparenza arlecchinesca danno all'artista la sensazione di equilibrio fra bene e male, apollineo e dionisiaco, qualcosa che riesce a discernere le scelte di vita, al di sopra se vogliamo della vita stessa. ( a partire dall'alto a destra in ordine di lettura, Testa di arlecchino 1904, Arlecchino allo specchio 1923, Arlecchino seduto 1923 ).
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