URSS al tempo di Stalin: mancano "ancora" le tre repubbliche
baltiche
La nostra parte della storia inizia dalla prima meta
del anni '20, quando Joseph Stalin concentra nelle sue mani un potere
assoluto, eliminando (in senso fisico) di volta in volta ogni possibile
rivale con motivazione degne del più fantasiosi degli scrittori.
Agli inizi però la macchina poliziesco repressiva del partito
fu usata solo contro gli oppositori esterni al partito Bolschevico.
I primi membri di spicco del partito a cadere sotto la scure degli
uomini di Stalin, con accuse più strane, furono Trotskij,
Leon Trotskii, Grigorii Zinov'ev e Lev Kamenev, tutti comunisti
della prima ora gia fianco di Lenin. Poi fu il turno di Nikolai
Bucharin, un altro ideologo del partito, colpevole di volere ritmi
di crescita più umani (errore di pensiero poi chiamato "deviazione
di destra").
Eliminato in questo modo tutti i suoi compagni di partito della
prima ora, Stalin rimase, dal 1934 in poi, l'unico leader incontrastato
sia partito bolscevico, che per forza di cose del paese. Nonostante
ciò proprio in questi anni inizia la grande purga (da intendersi
sempre nel senso fisico) anche dei dirigenti di livello basso del
partito, colpevoli di usare ancora il cervello e che gettò
l'intero paese in una morsa di terrore con omicidi e torture oltre
ad ogni compressione umana. Durante il famoso "Grande Terrore",
iniziato con i processi di Mosca nel 1936 e culminante nei anni
'37 e '38, milioni (non migliaia) di innocenti cittadini sovietici
furono mandati nelle prigioni (GULAG) oppure uccisi a discrezione
della polizia politica.
Repressione e Terrore: Omicidio di Kirov e le Grandi purghe.
L'omicidio di Serghei Kirov, uno dei leader del partito più
popolari, nel Dicembre 1, 1934, ha dato avvio a una serie di eventi
culminanti nel Grande Terrore degli anni 1930. Kirov era un membro
a pieno titolo del Politburo, leader del partito di Leningrado e
un influente membro dell'elite di governo. La sua preoccupazione
per la protezione dei operai di Leningrado e la sua fama come un
eccellente oratore gli ha guadagnato fama e popolarità. Alcuni
membri del partito gli hanno anche proposto segretamente di assumere
la guida del partito spodestando Stalin stesso.
La
famosa lettera inviata dal Partito dopo l'omicido di Kirov a
tutti gli organi locali sulla necessità di una maggiore durezza
contro i cosidetti "nemici del popolo" (in senso lato).
Clicca per ingrandire (in russo).
E' fuori ogni dubbio che Kirov rappresentava il pericolo più
immediato per il potere di Stalin, anche perché più
di una volta entrò in disaccordo con Stalin per i suoi piani
del tutto irrealistici. E' probabile che questa libertà di
pensiero abbia fatto dubitare a Stalin della sua lealtà dell'intera
apparato del partito di Leningrado. Serviva un pretesto per una
purga generale. Secondo alcuni storici Stalin decise che l'omicidio
di Kirov sarà quel pretesto, ma il coinvolgimento di Stalin
non è ancora provato a livello storico, anche se recenti
documenti comproverebbero il coinvolgimento del NKVD, la polizia
politica di Stalin ed è certo che modus operandi del genere
appartiene in pieno al suo stile politico. L'omicidio fu eseguito
da un giovane comunista Leonid Nikolaev.
|