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La nascita dell'Unione Sovietica
L'unione sovietica nacque nel 1922,
subito dopo la Guerra Civile. Includeva tutti gli territori del
ex impero zarista, ad esclusione di quelli che Lenin ha ceduto con
la pace di Brest- Litovsk, ovvero le repubbliche baltiche, la Finlandia
e la Polonia. Il culto della personalità di Lenin prima,
quello di Stalin dopo, ha contraddistinto la vita sociale e culturale
del nuovo paese.
Lo stemma del nuovo stato
Internazionele
- il primo inno della Repubblica.
Vstavai
prokljatim - il secondo e definitivo inno, voluto da Stalin.
Altri file audio sono disponibili nella sezione
Video/Audio
L'industrializzazione e la colletivizzazione
Nel novembre del 1927, Joseph Stalin lanciò
la sua "rivoluzione dall'alto" indicando due straordinari
obbiettivi per l'Unione Sovietica: la rapida industrializzazione
e la collettivizzazione dell'agricoltura. Il suo scopo era di cancellare
ogni segno del capitalismo lasciato dalla NEP (Nuova Politica Economica),
voluta da Lenin per ridare fiato al paese esausto dopo la Guerra
Civile. Bisognava trasformare il paese radicalmente e subito, costi
quel che costi.
Inoltre il primo piano quinquinnale intendeva trasformare
l'agricoltura sovietica, predominata fin'ora da piccole aziende
agricole, in un gigantesco sistema di kolhoz e sovhoz. Il regime
riteneva che la centralizzazione avrebbe aumento la produttività
del terreno, una volta epurata l'elemento sabotatore del piccolo
contadino, che per costituzione si preoccupava più del suo
campo che della costruzione dello socialismo nel paese. Il surplus
economico cosi venutesi a creare -- si riteneva --avrebbe finanziato
l'industrializzazione. De facto la collettivizzazione si trasformò
in una tragedia nella tragedia, perché i contadini pur di
non vedere confiscate le loro piccole aziende di famiglia, ereditate
da generazioni, bruciavano i raccolti e uccidevano il bestiame.
Il regime li proclamò tutti "kulaki" (termine dell'epoca
zarista per indicare i contadini che della dura vita di campo hanno
fatto una filosofia di vita, accumulando anche piccole ricchezze.
Kulak indica appunto il pugno.) e iniziò a deportarli --
a famiglie intere -- nei Gulag come nemici del popolo. In questo
modo il regime si privava della più valida e produttiva parte
della popolazione. Il tutto portò al disastroso raccolto
dell'autunno 1932-33 e spaventose carestie in tutto il paese, in
alcune zone si arrivò al cannibalismo. Il governo negò
la catastrofe e rifiutò gli aiuti offerti dai paesi europei.
L'orgoglio comunista trionfò al di sopra della vita umana.
Nel 1940 il 97% delle aziende erano state collettivizzate, sicuramente
aiutando Stalin nei suoi piani di industrializzazione, ma a costi
umani incalcolabili.
Un'interessante
e raro documento dell'epoca. Si tratta di una lista di kulaki
da deportare in una regione della Russia. Aghiaciante anche per
la tranquillità del linguaggio, sembra che si tratta non
degli uomini ma delle patate. Clicca per ingrandire.
Repressione dell'Intellighentsia: Primi Stadi.
Negli anni subito seguenti alla loro ascesa al potere, i Bolscheviki
presero misure per prevenire il cambiamento del loro stesso regime
iniziando col eliminare i loro oppositori politici. Quando la Assemblea
Costituente liberamente eletta non riconoscete la predominanza politica
del governo dei Bolscheviki, Vladimir Lenin la dissolse nel Gennaio
1918. Il partito Socialista, che protestò contro l'azione,
fu espulso dal governo in Marzo e i suoi membri furono catalogati
come nemici del popolo. Numerosi gruppi politici di ogni estrazione
allora presero le armi in tutto il paese dando inizio ad una guerra
civile. Negli anni subito seguenti alla loro ascesa al potere, i
Bolscheviki presero misure per prevenire il cambiamento del loro
stesso regime iniziando col eliminare i loro oppositori politici.
Quando la Assemblea Costituente liberamente eletta non riconoscete
la predominanza politica del governo dei Bolscheviki, Vladimir Lenin
la dissolse nel Gennaio 1918. Il partito Socialista, che protestò
contro l'azione, fu espulso dal governo in Marzo e i suoi membri
furono catalogati come nemici del popolo. Numerosi gruppi politici
di ogni estrazione allora presero le armi in tutto il paese dando
inizio ad una guerra civile.
La politica dei bolscheviki verso i loro detrattori,
e in particolare verso le critiche colte, articolate e con
cognizione di causa, fu sempre feroce. Soppressione di giornali,
presentata inizialmente come misura temporanea, diventò una
pratica corrente. Lenin considerava i Democratici - l'altro grande
partito -- come il centro di una cospirazione contro il potere Bolscheviko.
Nel '19, dette inizio all'arresto di massa dei professori, scienziati
simpatizzanti dei Democratici e poi deportò tutti i membri
di tutte le formazioni politiche: Kadeti, Socialisti, Mensheviki,
Nazionalisti etc. La leadership dei Bolschiviki eliminava velocemente
tutta la leadership del passato per costruire da sola un radioso
futuro.
Un'altro documento molto interessante.
E' la lettera autografa di Lenin in cui si chiede al capo della
polizia politica di inasprire le misure contro gli oppositori politici,
eliminandoli anche nel senso fisico. Clicca per ingrandire.
La delusione e l'alienamento della
maggior parte degli intellettuali non sorprese Lenin, che vedeva
nella vecchia intelleghentsia una specie di rivale del "nuovo
tipo d'uomo", operaio illuminato dalla coscienza rivoluzionaria
che avrebbe costruito la nuova Russia Sovietica. Dal suo punto di
vista, squisitamente materialistico, gli artisti servivano i raffinati
interessi borghesi; la base ideologica della persecuzione e annientamento
di ogni vita artistica era stato lanciato. Dopo il '23, con la fine
della Guerra Civile, in realtà il regime si rilassò
e fiorirono timidamente nuove forme di espressione artistica, come
le famose avanguardie nella pittura (raggiamo, vorticismo, etc).
Un raro documento di archivio sulla censura di quegli anni:
un rapporto della polizia politica contro un giornalista americano
della AP, accusato di diffondere notizie che screditano l'immagine
dell'URSS. Clicca per ingrandire.
Ma già nel 1928, il Comitato Centrale introduceva
una novità mondiale in campo giuridico: il diritto di qualcuno
di "guidare" la letteratura, musica, pittura ed ogni forma
di espressione artistica. Nella letteratura, in fattispecie, fu
calata dall'alto un'intera e costruita ad hoc corrente letteraria
"il Realismo Socialista". Tutte le altre opere che non
contribuivano alla costruzione del socialismo furono bandite. Stalin
rivide poi le teorie in materia di Lenin sostenendo che l'arte non
solo deve servire meramente la società, ma deve farlo nei
modi e tempi dettati dal partito e dai suoi megalomani piani di
trasformazione della società. Come risultato anche gli artisti,
come ormai tutta la società, furono vittime del Grande Terrore
degli anni '30.
Censura e il Processo Creativo.
Gli scrittori hanno goduto da sempre in Russia di un ruolo privilegiato.
Anche Vladimir Lenin fini col convincersi che la letteratura e l'arte
in generale poteva essere sfruttata per scopi propagandistici ed
educativi. Come risultato di questa visione, il partito assunse
rapidamente il controllo di tutto il circuito di stampa, e distribuzione
dei libri e periodici.
L'ideologia comunista doveva influenzare il processo creativo ancora
prima della creazione materiale: ma sin dall'ispirazione artistica.
Il partito, de facto, si presentò come una sorta di Musa
degli artisti, che dispensava temi ed ispirazioni. Nel 1932 il Partito
inventò una nuova corrente letteraria - "Il Realismo
Socialista".
Questa forma di espressione letteraria fu definita l'unica possibili
per chiunque volesse occuparsi della letteratura in Unione Sovietica.
L'utilità dell'artista stesso, doveva essere misurata dal
contributo da lui offerto alla costruzione del socialismo nel paese.
L'Unione degli Scrittori fu creata proprio in cui anni per stabilire
un controllo più capillare su tutti gli scrittori, ed incentivarli
ad argomentazioni retoriche sul Marxismo-Lenismo. Goskomizdat (Commissione
Statale per la stampa) era l'unico organo deputato a tutte le scelte
editoriale. Si arrivò ad assegnare agli scrittori veri e
propri "lavori" con tematiche ed argomentazioni ben precise.
Glavlit (Amministrazione per la Letteratura), creata nel 1922, si
occupava invece della censura in modo più grossolano, quella
che più tardi investi ogni stadio del processo creativo.
Si arrivava a censurare ancora prima che il manoscritto giungesse
sotto la pena del censore stesso, ma mentre veniva scritto. La censura
sovietica passò alla storia come la più efficiente
e subdola, molto di più di quello zarista o di qualsiasi
altra dittatura.
![](censura01_pic.jpg)
Due documenti sulla censura degli scrittori-- Il primo è
il rapporto annuale del KGB sulle attività letterarie non
lecite, il secondo è una lista di artisti da arrestare alla
prima occasione. Clicca per ingrandire. Sono documenti, come tutti
gli altri in queste pagine, che sono emersi dagli archivi sovietici
da poco; rappresentano per gli storici una miniera di inedite informazioni,
per chiarire molte ombre di questo periodo. Spero prima o poi pubblicare
di tutte loro la traduzione, ne vale veramente la pena.
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