Caratteri principali del positivismo
Reazione agli esiti irrazionalistici del romanticismo e la connessione con
alcune istanze della riflessione illuministica. Fiducia nella ragione, nella
scienza e concezione deterministica dell'agire umano. Estensione del metodo
sperimentale a campi in passato di pertinenza della morale o della metafisica.
Fondazione di nuove discipline, come la sociologia o il rinnovamento metodologico
di varie discipline aventi per oggetto l'uomo, quali medicina, fisiologia,
biologia e psicologia. Nozioni quali evoluzione, lotta per la sopravvivenza
ed ereditarietà o presupposti culturali quali il determinismo, il metodo sperimentale
e la dipendenza dei comportamenti umani dalle condizioni ambientali. Assunzione
della razionalità scientifica a unico paradigma, criterio e modello del sapere.
Il sapere scientifico, dicono i positivisti, si basa sui fatti e non su intuizioni
irrazionali e arbitrarie o su idee vaghe e confuse metafisiche. La nuova scienza
non vuole scoprire il "perché" dell'esistenza di un comportamento, ma più
concretamente il "come" e quali ne siano le leggi di funzionamento. Il positivismo
considera l'uomo e lo spirito come fenomeni da studiare con lo stesso distacco
e obiettività con cui sono osservati i fenomeni fisici e chimici. Il tema
principale del positivismo è il progresso: la convinzione cioè che lo sviluppo
dell'umanità proceda secondo uno schema implicante il raggiungimento di gradi
di conoscenza scientifica e di benessere socioeconomico via via più elevati.
L'uso del termine "positivo" rivela un'ideologia o un programma d'azione economica,
sociale, politica che vede nella scienza e nella tecnica il fondamento dei
suoi ideali e lo strumento per realizzarli (ogni conoscenza riguardante questioni
di fatto è basata, quindi, sui dati "positivi" dell'esperienza).
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