Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli, nato a San Mauro di Romagna, 1885 morì a Bologna
li 1912 Un tragico evento toccò la sua infanzia: nel 1867 il padre fu assassinato
in circostanze mai chiarite. L'episodio segnò indelebilmente la sensibilità
del piccolo Giovanni, anche perché perdette in breve tempo altri familiari:
la madre, la sorella maggiore, i fratelli Luigi e Giacomo. Avvicinatosi agli
ideali socialisti, Giovanni aderì all'Associazione internazionale dei lavoratori
e frequentò Andrea Costa: nel 1879 fu arrestato per aver partecipato ad una
manifestazione di protesta. Dopo tre mesi di prigione, e dopo che anche Giosuè
Carducci si era schierato a suo favore, fu assolto. Iscrittosi all'università
di Bologna, iniziò un'apprezzatissima attività di poeta in latino e vinse
vari concorsi internazionali. Dopo aver insegnato latino e greco presso i
licei di varie località (Matera, Massa, Livorno), Pascoli acquistò la casa
di Castelvecchio di Barga, in Garfagnana, dove trascorse gran parte della
propria esistenza. L'opera di Pascoli s'incentra su tre diverse linee espressive:
quella della poesia in italiano, quella della poesia in latino (nel complesso
scrisse circa una ventina di poemetti) e quella dell'attività di critico e
commentatore di Dante, confluita in vari volumi, fra i quali Minerva oscura
(1898) e Sotto il velame (1900). Nel 1905 succedette a Carducci alla cattedra
di letteratura italiana all'università di Bologna. In conformità alla sua
idea di letteratura universale, Pascoli lavorò a testi latini, greci, neogreci
e sanscriti, e a livello editoriale diresse una collana intitolata "Biblioteca
dei popoli". Nel 1891 fu pubblicata la raccolta Myricae, il cui titolo è una
citazione dalla quarta egloga delle Bucoliche di Virgilio. Con ciò il poeta
volle alludere ad una lirica delle cose semplici, fatta d'oggetti comuni presi
soprattutto dalla campagna ("sono frulli d'uccelli, stormire di cipressi,
lontano cantare di campane") e cantati con un lessico e un metro molto originali
per la tradizione poetica italiana. Questo risultato fu ottenuto con gran
perizia tecnica: pascoli si rifece alla lezione dei classici (oltre appunto
a Virgilio, anche Catullo e Orazio), ma guardò anche all'esperienza simbolista
non solo francese. La sua poesia non è, infatti, descrittiva ma allusiva,
e parte dalla convinzione che si possa cogliere l'ineffabile solo con mezzi
formali rigorosi e grazie ad una nuova lingua poetica, che attinge al latino,
alla lingua parlata, ai vocabolari tecnici. I Primi poemetti (1904) e i Nuovi
poemetti (1909) segnarono una diversa tendenza, basata sulla volontà di "raccontare".
Oltre ai temi già sperimentati (il mondo della campagna, la contemplazione
della natura, l'aspirazione a una vita semplice), risalta lo spazio dato alla
rappresentazione delle vicende degli emigranti verso l'America: il lessico
si fa particolarmente sperimentale, una commistione di italiano e inglese
assolutamente estranea alla tradizione lirica italiana. Di alto livello sono
anche i Canti di Castelvecchio (sette edizioni, l'ultima nel 1914), nei quali
la ricerca pascoliana proseguì su una linea ormai ben identificata. Invece,
nei Poemi conviviali (1904), l'attenzione si spostò sul mondo classico e sui
suoi miti, anche in forma di riflessione, e con una precisa ricaduta sulle
tecniche della versificazione, che ricalcano modelli antichi. Con Odi e inni
(1906) l'ultima produzione pascoliana si avvicinò alle tematiche nazionalistiche,
chiaramente sostenute nel discorso favorevole all'impresa coloniale in Libia
La grande proletaria si è mossa (1911). Le idee fondamentali di Pascoli sulla
poesia si leggono in un testo molto importante intitolato Il Fanciullino (apparso
nel 1897 come Pensieri sull'Arte poetica). La poesia è una disposizione infantile
a stupirsi, ed è dunque una qualità irrazionale dell'uomo; grazie a questa
sensibilità è possibile cogliere analogie sottili e nascoste fra gli oggetti
e le forme di vita più semplici: il poeta deve perciò calarsi in una situazione
"infantile" per poter cantare, stupito, il mistero delle piccole cose.