Introduzione
La Maschera nella prima filologia nietzscheana
In Pirandello
La Maschera tra bene e male.
| |
Il
cubismo analitico nasce dalla volontà di sostituire alla
rappresentazione illusionistica e all'abituale organizzazione spaziale del
dipinto un nuovo
linguaggio figurativo. Sviluppando la lezione di Cézanne, che aveva abolito dalla sua pittura lo schema precodificato della
prospettiva lineare, Braque e Picasso
si concentrano sulla funzione non imitativa degli elementi pittorici e sui
problemi relativi alla struttura e al volume dei corpi. In questa fase iniziale
gli artisti tralasciano completamente la questione della rappresentazione del
colore: optano per le tonalità neutre dei grigi e dei bruni al fine di impedire
ogni richiamo percettivo all'illusionismo pittorico e ogni
"distrazione" rispetto ai problemi di ordine volumetrico e spaziale.
Anche l'introduzione dell'ovale, formato
maggiormente congeniale alla definizione cubista dell'immagine, risponde
all'esigenza di rompere con il concetto rinascimentale del quadro come
"finestra aperta sul mondo". ( dall'alto Aficionado, Ma jolie,
Donna con mandolino 1910, Ritratto di Vollard 1910 ).
Nella
fase analitica Picasso
e Braque
procedevano alla frantumazione del contorno degli oggetti per portare a
esibizione l'ossatura molecolare dei corpi: linee, volume e colore locale.
Tuttavia l'estrema dissoluzione
formale e l'uso
neutro del colore rendevano difficilissimo
il
riconoscimento percettivo del motivo, caratterizzando
l’immagine di un forte ermetismo. A partire dal 1910 i due
pittori adottano perciò nuove tecniche rappresentative, capaci di
fissare gli attributi essenziali degli oggetti senza ricadere nel mimetismo
illusionistico. La definizione di cubismo "sintetico", data da Gris
nel 1924, esprime appunto il "procedimento deduttivo" che porta a
realizzare, partendo da un'idea astratta e generale, il dato pittorico
concreto e reale. L'immagine diventa una sintesi concettuale degli attributi
essenziali degli oggetti. L'osservatore è in grado di stabilire un nesso tra ciò
che è riprodotto sulla tela e la realtà sensibile proprio perché il pittore
traccia delle coordinate, non più imitative ma "segniche",
per il riconoscimento dell'oggetto.
|