" Non ebbe mai un atelier nel senso pomposo del termine. Viveva e lavorava in una camera di media grandezza, una finestra della quale dava su un piccolo cortile ricoperto di verde [...]". E' interessante analizzare come l'ambiente in cui l'artista lavora rappresenta e influenza gran parte dell'opera pittorica. La presenza nella stanza in cui lavorava di una semplice ed umile consolle a tre piani costituisce il punto di riferimento per la sua analisi meditativa e pittorica.
" Nel settore più basso della consolle giaceva una confusione di quegli oggetti che l'avevano colpito ad un primo esame ma che poi gli si erano dimostrati insufficienti per un discorso prolungato. Al piano di sopra si trovavano oggetti come comparse in attesa di una ancor possibile entrata in scena. Ma la scena, sulla quale comparivano i protagonisti, si trovava nell'ultimo ripiano, situato pressochè all'altezza degli occhi.." Giunto a questo punto Morandi si metteva a dipingere e trasponeva questa realtà, che egli aveva prefigurato con tanta cura, nella rappresentazione del quadro. Il vero e proprio atto pittorico durava solo poche ore.

 

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